Lingue straniere: fattori individuali che ne influenzano i tempi di studio
Nello scorso articolo abbiamo visto come fattori quali motivazione, memoria e conoscenza preliminare della lingua di studio possano influenzare la velocità di apprendimento e i tempi necessari per padroneggiare una lingua straniera. In questa seconda parte andremo, invece, ad analizzare ulteriori fattori biologici, individuali e sociali che favoriscono la memorizzazione delle informazioni necessarie per lo studio di una lingua.
Età
L’età è un fattore biologico che può avere una discreta importanza nell’apprendimento linguistico. Secondo una ricerca del Professor Martin Meyer del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Zurigo, l’età ottimale per l’apprendimento naturale di una lingua è tra gli 0 e i 6 anni (si pensi all’apprendimento della propria lingua madre, o lingue madri per i bilingue e trilingue) e, ancora, tra i 6 e i 12 anni il cervello dei bambini si dimostra estremamente ricettivo.
Questo, però, non deve scoraggiare chi ha intenzione di studiare una lingua straniera in età adolescenziale o adulta; esistono, infatti, molti altri fattori concomitanti che entrano in gioco nelle varie fasi di apprendimento, come l’esposizione alla lingua e la frequenza di studio.
Esposizione alla lingua e frequenza di studio
Più una persona è esposta alla lingua in maniera passiva (leggendo giornali e libri, o ascoltando radio e TV, per esempio) e attiva (scrittura di testi, email, messaggi e conversazione orale) più le connessioni neurali si rafforzeranno e i processi mnemonici di apprendimento di parole, strutture e pronuncia verranno facilitati.
Inoltre, un’ora di lezione alla settimana non basta. Nei nostri corsi consigliamo sempre di integrare le ore di studio in classe con esercitazioni e compiti a casa, per favorire quanto più possibile l’esposizione alla lingua e la memorizzazione tramite esercizi di qualsiasi genere. Repetita iuvant.
Basti pensare che a scuola, in linea di massima, servirebbero almeno 3 ore di lezione settimanali per 2-3 anni al fine di apprendere le basi di un idioma.
Metodologia e memoria
“Non ce la farò mai!” è una frase da cancellare dal nostro vocabolario. Questo atteggiamento porterà solo a quella che in sociologia viene definita “profezia che si autodetermina”, ovvero una previsione che si avvera solo per il fatto di averla espressa. L’atteggiamento negativo non farà altro che favorire una chiusura mentale nei confronti dell’apprendimento e, pertanto, a risultati catastrofici.
Cerchiamo invece di capire quali sono i nostri punti di forza e i nostri pregi. Cerchiamo di capire qual è il nostro punto di partenza e quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere e, in base a questi fattori, cerchiamo di definire un metodo di studio appropriato.
Siamo più bravi a ricordare le cose che ascoltiamo o che vediamo? In altre parole, abbiamo più memoria auditiva o visiva? Adattiamo gli esercizi sulla lingua in base alle nostre qualità per affinare quanto già sappiamo e per capire, invece, dove dobbiamo esercitarci di più.
Nella prossima e ultima parte, vedremo invece alcuni fattori tecnico-linguistici da cui dipende la difficoltà di apprendimento di una lingua straniera. A presto!
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