Quanto tempo serve per imparare una lingua? Terza Parte

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Apprendere una lingua straniera: fattori tecnico-linguistici

struttura delle lingue straniereNella prima e seconda parte di questo approfondimento dedicato al tema “tempi di apprendimento di una lingua straniera” abbiamo analizzato come la velocità di apprendimento possa dipendere da numerosi fattori – caratteriali, culturali, sociali e biologici – legati alle attitudini personali di ciascun individuo, ivi inclusa l’età biologica. In questa ultima parte dedicata all’argomento affronteremo, invece, fattori di carattere più tecnico, come struttura e parentela delle lingue.

Conoscenza tecnica della lingua madre e di altre lingue straniere

Certo, un fattore di grande aiuto nello studio di una qualsiasi lingua è anche dato dalla conoscenza tecnica (e non solo innata) della nostra lingua madre. Parlare la propria lingua nativa a livello innato significa essere consapevoli di quello che stiamo dicendo (messaggi e significati), ma non essere consapevoli di come lo stiamo dicendo (significanti). In altre parole, è come usare il software di un computer senza avere la minima idea di come funzioni il linguaggio di programmazione con cui è stato sviluppato.

In linguistica, saper distinguere le varie parti del discorso (nomi, pronomi, verbi, ecc…), le loro funzioni logiche all’interno della frase (analisi logica) e il rapporto tra le frasi (sintassi e analisi del periodo) è già un buon punto di partenza per imparare a capire la struttura  di una lingua straniera. Soprattutto se si tratta di lingue molto diverse dalla nostra e per le quali non esistono sempre delle corrispondenze strutturali.

Anche la conoscenza pregressa di una prima lingua straniera è di aiuto, perché nell’approcciare una seconda lingua non nativa, avremo già dimestichezza con strutture e logica diverse dalla nostra e sarà più facile fare ulteriori associazioni.

Rapporto tra lingua nativa e lingua straniera: difficoltà di studio

In ultima analisi, cerchiamo di sfatare un falso mito molto diffuso e cioè quello della difficoltà delle lingue.
È credenza comune, infatti, che esistano lingue facili e lingue difficili da studiare.

In realtà si tratta di un discorso molto relativo. In linguistica, infatti, non è possibile dire in maniera assoluta se una lingua sia di facile apprendimento o meno. Tutto dipende, infatti, dalla relazione storico-genetica di quell’idioma con la nostra lingua madre.

Per esempio, lo spagnolo può risultare sicuramente di più facile comprensione per un italiano che non per un giapponese. O ancora, uno spagnolo avrà quasi sicuramente meno difficoltà a comprendere il portoghese di un italiano che non ha alcuna cognizione della lingua spagnola. La grammatica e il sistema fonetico tonale del cinese sembrerà incredibilmente complesso da capire per un italiano, ma non per un vietnamita, anch’essa lingua tonale.

Negli ultimi tempi sono state pubblicate sul web delle tabelle di riferimento, pubblicate dal Foreign Service Institute (FSI) del governo statunitense, che forniscono un’indicazione approssimativa dei tempi di apprendimento di una lingua in base alla sua difficoltà. I gradi di difficoltà delle lingue sono stati classificati in 5 livelli, definiti sulla base alla prossimità della lingua di apprendimento rispetto a un parlante madrelingua inglese.

Ancora una volta, teniamo a sottolineare la relatività di tale classificazione, ideata per dei parlanti madrelingua inglesi.

Ad ogni modo per completezza d’informazione, riportiamo un sunto di questa classifica e vediamo se può risultare in qualche modo valida anche per noi italiani.

LIVELLO I – Lingue strettamente imparentate con l’inglese
Tempo di apprendimento: circa 575-600 ore di studio

Lingue relativamente facili da imparare per grammatica, sintassi e analogie storico culturali. Tra queste lingue rientrano: italiano, francese, spagnolo, portoghese, afrikaans, svedese e olandese.
E voi? Direste che l’olandese è facile da imparare per noi italiani?

LIVELLO II – Lingue simili all’inglese
Tempo di apprendimento: circa 750 ore di studio

Tra queste lingue rientra il tedesco, che per gli inglesi ha molte affinità linguistiche sia dal punto di vista storico-culturale che fonetico.
Non si può dire certo la stessa cosa per noi italiani.

LIVELLO III – lingue con differenze linguistiche e/o culturali rispetto all’inglese
Tempo di apprendimento: circa 900 ore di studio

Lingue di difficoltà intermedia, come swahili, indonesiano e malese.

LIVELLO IV – Lingue con profonde differenze linguistico culturali rispetto all’inglese
Tempo di apprendimento: circa 1100 ore di studio

Lingue difficili da imparare. In questa categoria rientrano moltissime lingue che presentano differenze con l’inglese non solo di carattere linguistico, ma anche culturale. È il caso dell’albanese, bulgaro, khmer, thai, finlandese, russo, ecc.

LIVELLO V
Tempo di apprendimento: circa 2200 ore di studio

Lingue estremamente difficili da imparare per un madrelingua inglese. Si tratta di arabo, cinese (mandarino cantonese, o altri dialetti), coreano e giapponese.
Tra queste, la lingua giapponese viene addirittura considerata  un “fuoriclasse”, di particolare difficoltà anche rispetto agli altri idiomi che condividono quest’ultima categoria.

Conclusioni

Sottolineiamo che le ore di studio indicate sono le ore ipotetiche necessarie per raggiungere una conoscenza più o meno completa della lingua parlata quotidianamente. Questo non ci deve scoraggiare e fermare dall’apprendimento di una lingua: ricordiamoci sempre qual è la motivazione che ci ha spinto a studiare e quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere!

Inoltre, ricordiamo che se l’esposizione ad una lingua accelera i tempi di apprendimento, come accennavamo nel nostro precedente articolo, non c’è niente di meglio come un viaggio all’estero per una full immersion linguistica e per mettere in pratica le conoscenze acquisite a lezione!

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